Traduzioni sanscrito-italiano con testo a fronte
जाबालोपनिषत्
बृहस्पतिरुवाच याज्ञवल्क्यं । यदनु कुरुक्षेत्रं देवानां देवयजनं सर्वेषां भूतानां ब्रह्मसदनम् । अविमुक्तं वै कुरुक्षेत्रं देवानां देवयजनं सर्वेषां भूतानां ब्रह्मसदनम् । तस्माद्यत्र क्वचन गच्छति तदेव मन्येतेति । इदं वै कुरुक्षेत्रं देवानां देवयजनं सर्वेषां भूतानां ब्रह्मसदनम् । अत्र हि जन्तोः प्राणेषूत्क्रममाणेषु रुद्रस्तारकं ब्रह्म व्याचष्टे येनासावमृतीभूत्वा मोक्षीभवति । तस्मादविमुक्तमेव निषेवेताविमुक्तं न विमुञ्चेत् । एवमेवैतद्याज्ञवल्क्य एवमेवैतद्भगवन् इति वै याज्ञवल्क्येति ॥ १॥
brahaspatiruvāca yājñvalkyaṃ । yadanu kurukṣetraṃ devānāṃ devayajanaṃ sarveṣāṃ bhūtānāṃ brahmasadanam । avimuktaṃ vai kurukṣetraṃ devānāṃ devayajanaṃ sarveṣāṃ bhūtānāṃ brahmasadam । tasmādyatra kvacana gacchati tadeva manyeteti । idaṃ vai kurukṣetraṃ devānāṃ devayajanaṃ sarveṣāṃ bhūtānāṃ brahmasadam । atra hi jantoḥ prāṇeṣūtrkamamāṇeṣu rudrastārakaṃ brahma vyācaṣṭe yenāsāvamṛtībhūtvā moksībhavati । tasmādavimuktameva niṣevetāvimuktaṃ na vimuñcet । evamevaitadyājñvalkya evamevaitadbhagavan iti vai yājñavalkyeti ॥ १॥
Bṛhaspati disse a Yājñavalkya: “dunque [quale fra i tanti è] il campo dei Kuru [che è il] luogo dell’offerta per gli dei [e] residenza del Brahman, di tutti gli esseri viventi?” “Certamente è l’Avimukta il Kurukṣetra, luogo per l’offerta agli dei, dimora del Brahman di tutti gli esseri viventi. Perciò dovunque [egli] va[da] lo ritiene così: ‘questo certamente è il kurukṣetram, luogo per l’offerta agli dei, dimora del Brahman di tutti gli esseri viventi!’ Proprio da qui, quando i soffi vitali delle persone dipartono, Rudra recita il mantra salvifico con il quale egli dopo essere divenuto immortale ottiene la liberazione. Perciò si dovrebbe abitare solamente nel Sé e non lo si dovrebbe abbandonare.” “È esattamente così, o Yājñavalkya, è esattamente così o Signore!”
बृहस्पतिरुवाच याज्ञवल्क्यं ।
brahaspatiruvāca yājñvalkyaṃ ।
Bṛhaspati disse a Yājñavalkya:
बृहस्पतिर = nominativo singolare maschile del nome proprio “Bṛhaspati”. Si noti il la caduta del visarga finale, marca del caso nominativo nei sostantivi maschili in -i (nom. sing. masch. -iḥ) sostituito qui da -r
उवाच = [vac , II classe] perfetto, III persona singolare parasmaipada . Radice soggetta a saṃprasāraṇa, forma il perfetto in modo irregolare. Come verbo di “dire” può reggere il doppio accusativo, della “cosa detta” (in questo caso non espressa) e della “persona a cui si dice”, in questo caso याज्ञवल्क्यं = accusativo del nome proprio maschile Yajñavalkya.
यदनु कुरुक्षेत्रं देवानां देवयजनं सर्वेषां भूतानां ब्रह्मसदनम् ।
yadanu kurukṣetraṃ devānāṃ devayajanaṃ sarveṣāṃ bhūtānāṃ brahmasadanam ।
dunque [quale fra i tanti è] il campo dei Kuru [che è il] luogo dell’offerta per gli dei [e] residenza del Brahman, di tutti gli esseri viventi?”
यदनु = “dunque”; particella avverbiale che riprende qualcosa che è stato detto precedentemente, posta come topos di inizio testo.
कुरुक्षेत्रं = “il Kurukṣetra” accusativo singolare neutro.
देवानां = “degli dei”, genitivo plurale maschile
देवयजनं = accusativo singolare neutro, qualifica Kurukṣetraṃ, “luogo dell’offerta”.
सर्वेषां = “di tutti”, genitivo plurale m/n, qualifica भूतानां = genitivo plurale neutro “esseri viventi” (il termine indica qualsiasi essere vivente, divino, umano, animale e ogni forma vegetale)
ब्रह्मसदनम् = “la residenza del Brahman”, accusativo sing.
अविमुक्तं वै कुरुक्षेत्रं देवानां देवयजनं सर्वेषां भूतानां ब्रह्मसदनम् ।
avimuktaṃ vai kurukṣetraṃ devānāṃ devayajanaṃ sarveṣāṃ bhūtānāṃ brahmasadam ।
“Certamente è l’Avimukta il Kurukṣetra, luogo per l’offerta agli dei, dimora del Brahman di tutti gli esseri viventi.
अविमुक्तं = “l’Avimukta”, nominativo sing. m.
वै = “certamente”, particella con valore sacrificale, sottolinea che il centro della risposta è अविमुक्तं. Generalmente è posta dopo una parola a cui si vuole far prestare particolare attenzione. L’analisi di tutto il resto, ovvero कुरुक्षेत्रं देवानां देवयजनं सर्वेषां भूतानां ब्रह्मसदनम् è identica a quanto riportato precedentemente.
तस्माद्यत्र क्वचन गच्छति तदेव मन्येतेति ।
tasmādyatra kvacana gacchati tadeva manyeteti ।
Perciò dovunque [egli] va[da] lo ritiene così:
तस्माद्यत्र = per un originale तस्मात + यत्र. (ablativo s. m. del pronome di III persona सः, qui con valore avverbiale “perciò”.
यत्र क्वचन = “dovunque”, “in qualsiasi luogo”.
गच्छति = [ gam, I classe ] indicativo presente III persona singolare.
तदेव = per un originale तत् + एव . तत् è un accusativo singolare neutro sempre di सः, “lo”, riferito all’Avimukta. एव è particella enfatica enclitica, “così”, “in questo modo”.
मन्येतेति = per un originale मन्यते + इति . मन्यते [ man, IV classe ] indicativo presente ātmanepada III p.s. “pensare”, “credere”. इति invece è marcatore del discorso diretto, posto sempre alla fine del periodo che marca. Combinato con verbi che significano “raccontare” o anche con i verbi “conoscere”, “pensare”, “supporre” può essere reso con un avverbio o con una perifrasi avverbiale: “così”, “con questi pensieri”. Può indicare quindi sia frasi pronunciate effettivamente da un interlocutore o pensieri, riflessioni.
इदं वै कुरुक्षेत्रं देवानां देवयजनं सर्वेषां भूतानां ब्रह्मसदनम् ।
idaṃ vai kurukṣetraṃ devānāṃ devayajanaṃ sarveṣāṃ bhūtānāṃ brahmasadam ।
‘questo certamente è il kurukṣetram, luogo per l’offerta agli dei, dimora del Brahman di tutti gli esseri viventi!’
इदं वै = nominativo singolare neutro di अयम, “questo” enfatizzato dalla particella वै , è sempre riferito all’Avimukta. कुरुक्षेत्रं देवानां देवयजनं सर्वेषां भूतानां ब्रह्मसदनम् chiarisce ancora cosa è Avimukta.
Per un approfondimento sulla sintassi delle particelle enfatiche nella lingua sanscrita si veda pp.310-315, J.S. Speijer, Sanskrit sintax, Delhi, Motilal Banarsidass. Utilissimo per l’approfondimento dell’uso delle particelle enfatiche e connettive nelle tredici Upaniṣad maggiori e non solo, unito ad un confronto comparato con l’utilizzo delle medesime particelle nel greco omerico è C.G. Hartman,1966, Emphasizing and connecting particles in the thirteen principal Upanishads, Helsinki, Suomalainen Tiedeakatemia.
अत्र हि जन्तोः प्राणेषूत्क्रममाणेषु रुद्रस्तारकं ब्रह्म व्याचष्टे येनासावमृतीभूत्वा मोक्षीभवति ।
atra hi jantoḥ prāṇeṣūtrkamamāṇeṣu rudrastārakaṃ brahma vyācaṣṭe yenāsāvamṛtībhūtvā moksībhavati ।
Proprio da qui, quando i soffi vitali delle persone dipartono, Rudra recita il mantra salvifico con il quale egli dopo essere divenuto immortale ottiene la liberazione.
अत्र हि = avverbio di luogo, “qui” हि invece è particella enfatica, “proprio”. . L’autore torna a riferirsi al luogo fisico (nota 2).
जन्तोः = genitivo maschile singolare, sostantivo in -u , può avere anche valore collettivo e quindi “delle persone”.
प्राणेषूत्क्रममाणेषु = si tratta di un locativo assoluto, qui con valore temporale. प्राणेषु da praṇā, è un locativo plurale di un sostantivo femminile in -ā, “soffi vitali”. उत्क्रममाणेषु è il participio presente al caso locativo plurale ātmanepada. La resa della costruzione assolutiva è “quando i soffi vitali (degli esseri viventi / delle persone) dipartono…”
रुद्रस्तारकं ब्रह्म = रुद्रस् = रुद्रः nominativo sing.m. “Rudra”, तारकं ब्रह्म =accusativo sing. m., nella Jābāla è il nome di una particolare preghiera.
Trattasi costruzione assolutiva frequente in altre lingue indoeuropee. Consiste in un nome o pronome concordato al caso locativo con un participio nello stesso genere, numero e caso. Indica una circostanza concomitante, il suo utilizzo non è molto frequente nella lingua sanscrita ed è facilmente riconoscibile perché tutti i suoi componenti non possono essere mai separati. Il locativo assoluto può rendere a seconda dei casi una subordinata temporale introdotta da “quando” o “mentre”, una causale o una concessiva e talvolta può essere reso con un gerundio. Esso specifica cosa sta avvenendo contemporaneamente o cosa è avvenuto rispetto all’azione espressa dal verbo della frase principale.
व्याचष्टे = indicativo presente ātmanepada III p. sing. [vyācakh ] “recita”, “spiega”, “rivela”.
येनासावमृतीभूत्वा = येन + असौ [ au + a = āva ] + अमृतीभूत्वा. = येन è pronome relativo strumentale singolare “con il quale”, असौ = pronome dimostrativo maschile singolare, अमृतीभूत्वा = assolutivo, “essendo diventato immortale”.
मोक्षीभवति = indicativo presente III p. singolare, parasmaipada [ mokṣa +bhū ] “si libera” “ottiene la liberazione”
तस्मादविमुक्तमेव निषेवेताविमुक्तं न विमुञ्चेत् ।
tasmādavimuktameva niṣevetāvimuktaṃ na vimuñcet ।
Perciò si dovrebbe abitare solamente nel Sé e non lo si dovrebbe abbandonare.”
तस्मादविमुक्तमेव = तस्मात , aggettivo dimostrativo, III persona maschile singolare (saḥ) ablativo, “perciò”, “per questo motivo”. अविमुत्त्कम एव accusativo singolare con valore locativo + particella enclitica “proprio nel Sé”.
निषेवेत = [ niṣev, I classe] ottativo ātmanepada, III pers. Sing. (desinenza -ita , -eta nel caso dei verbi tematici), “dovrebbe abitare/risiedere”.
अविमुत्त्कम = accusativo sing.
न = negazione
विमुञ्चेत् = [vimuc, I classe] ottativo parasmaipada, III pers. sing., aggiunge la desinenza -it che diventa -et dopo l’incontro della ă tematica che aggiungono per la formazione del presente i verbi della I classe, “non dovrebbe lasciare/abbandonare”.
एवमेवैतद्याज्ञवल्क्य एवमेवैतद्भगवन् इति वै याज्ञवल्क्येति ॥ १॥
evamevaitadyājñvalkya evamevaitadbhagavan iti vai yājñavalkyeti ॥ १॥
“È esattamente così, o Yājñavalkya, è esattamente così o Signore!”
एवमेवैतद्याज्ञवल्क्य = एवम + एव + एतद = “[è] esattamente/proprio così” , याज्ञवल्क्य = vocativo singolare maschile, “o Yājñavalkya” .
एवमेवैतद्भगवन् = एवम + एव + एतद, भगवन = vocativo sing. m. “o Signore”.
इति = marcatore di discorso diretto
वै याज्ञवल्क्येति = altra particella di enfasi più volte incontrata a chiudere il paragrafo con tono solenne, वै si presta anche ad essere una particella impiegata per i vocativi. याज्ञवल्क्य + इति altro vocativo sing. m.
Ricorre spesso nel sanscrito classico come ripetizione che enfatizza e conferisce solennità al discorso.