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LE LINEE D'OMBRA
Genere: romanzo
Voto: 4,5 / 5
Autore: Amitav Ghosh
Traduttore: Anna Nadotti
Anno: prima pubblicazione in italiano 1990;
versione eBook qui di riferimento: 2016
Titolo originale: The Shadow Lines
Trama
Il romanzo si configura come un reticolo di memorie sapientemente ricostruite dal giovane protagonista. Attraverso il suo sguardo tre generazioni sono poste a confronto, tratteggiando personaggi vividi e complessi, quali il cugino Tridib, con le sue storie fantastiche e le mirabolanti descrizioni del suolo inglese; l'affascinante cugina Ila; l'amica inglese May; la nonna amata, ma dal carattere duro ed esigente. Le linee d'ombra porta il lettore a Calcutta (sfondo di tante narrazioni di Ghosh), a Londra e a Dacca in diverse fasi storiche del Novecento. Ghosh mescola, infatti, alle vicende personali eventi storici, dai bombardamenti su Londra della seconda guerra mondiale agli scontri in India e futuro Bangladesh tra hindu e musulmani. 
Amitav Ghosh
Nasce a Calcutta nel 1956, ha studiato a Oxford e vive tra la sua città natale e New York. È considerato una delle voci più importanti della narrativa indiana in lingua inglese. È l'autore della celebre trilogia Ibis (costituita da Mare di papaveri, Il fiume dell'oppio e Diluvio di fuoco). Tra le sue opere pubblicate in italiano figurano inoltre:
  • Il cerchio della ragione (Garzanti 1986, Einaudi 2002)
  • Il cromosoma Calcutta (Einaudi 1996, Neri Pozza 2008)
  • Il palazzo degli specchi (Einaudi 2001, Neri Pozza 2007)
  • Il paese delle maree (Neri Pozza 2005)
Sul romanzo è stato scritto...
«Ghosh recupera con gusto la narrativa tradizionale ottocentesca, si pensi a Dickens, non dimenticando che tra le radici della narrativa indiana c'è il romanzo storico».
Alessandro Monti, TTL - la Stampa
[...] Sapevo però che non avrei mai visto nulla nel modo in cui lo vedeva Tridib, con la sua immaginazione capace di prospettive infinitamente più particolareggiate e precise. Una volta mi disse che non si piò conoscere nulla se non attraverso il desiderio, il desiderio vero, non l'avidità o la cupidigia, bensì un desiderio puro, doloroso e primitivo, un desiderio intenso di tutto ciò che è fuori da sé, un tormento della carne che conduce oltre i limiti della propria mente, in altri tempi e altri luoghi, e perfino, se si è fortunati, a un luogo in cui i confini fra il proprio sé e la propria immagine allo specchio sono cancellati. 
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