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Il ministero della suprema felicità
Genere: narrativa
Voto: 4.5 / 5
Autore: Arundhati Roy
Anno: 2017
Titolo originale: The Ministry of Utmost Happiness
Trama
Il racconto viene considerato un esempio di realismo magico in cui realtà e finzione si intrecciano e si contaminano, creando una storia stratificata e leggibile su più livelli, primi fra tutti la vita del protagonista e le vicende indiane dopo il 1947.
Arundhati Roy
Nasce a Shillong, nell'attuale Meghalaya, nel 1961 e vive la sua infanzia tra Kerala e Tamil Nadu. Studia a Delhi e lavora per l'industria dello spettacolo. Nel 1997 esce il suo primo romanzo Il dio delle piccole cose, che ottiene il Booker Prize e che la consacra come scrittrice di fama internazionale. Attivista politica, è autrice di numerosi saggi, tra cui, in italiano:​​
  • Guida all'impero per la gente comune - 2003
  • La strana storia dell'assalto al parlamento indiano - 2007
  • Quando arrivano le cavallette - 2013
  • I fantasmi del capitale - 2015
  • Cose che si possono e non si possono dire: saggi e conversazioni - 2016
Sul romanzo è stato scritto...
"Uno dei più importanti libri proveniente dal mondo della letteratura in inglese di questa generazione."
New York Review of Books
Io sono nato nella città di Bombay...tanto tempo fa. No, non va bene, impossibile sfuggire alla data: sono nato nella casa di cura del dottor Narlikar il 15 agosto 1947. E l'ora? Allo scoccare della mezzanotte, in effetti. Quando io arrivai le lancette dell'orologio congiunsero i palmi in un saluto rispettoso. Oh, diciamolo chiaro, diciamolo chiaro; nell'istante preciso in cui l'India pervenne all'indipendenza, io fui scaraventato nel mondo. Ci fu chi boccheggiò. E, fuori dalla finestra, folle e fuochi d'artificio. Pochi secondi dopo, mio padre si ruppe un alluce; ma questo incidente era una bazzecola se paragonato a quel che era accaduto a me in quel tenebroso momento: grazie infatti alle tirannie occulte di quelle lancette dolcemente ossequianti, io ero stato misteriosamente ammanettato alla storia, e il mio destino indissolubilmente legato a quello del mio paese. Nei tre decenni successivi non avrei avuto scampo.
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